DIAGNOSI E RECUPERO DEI DISTURBI DELL’APPRENDIMENTO (DSA) E DELLE DIFFICOLTÀ SCOLASTICHE

Il termine “DSA” descrive più profili neuropsicologici ad insorgenza in età evolutiva, accomunati dalla presenza di una significativa difficoltà nell’acquisire e padroneggiare con facilità uno o più processi relativi: alla lettura (DISLESSIA), alla scrittura (DISGRAFIA, intesa come scarsa e faticosa scioltezza nella calligrafia), al senso di difficoltà di codifica ortografica (DISORTOGRAFIA) e/o al calcolo (DISCALCULIA). Quando la diagnosi, effettuata tramite la somministrazione di batterie di test standardizzati, evidenzia una discrepanza tra il livello intellettivo e le prestazioni nelle prove dominio specifiche degli apprendimenti scolastici si parla di DSA, altrimenti si parla di difficoltà dell’apprendimento.

Tali difficoltà non sempre possono essere ricondotte ad una causa specifica, ma sono più spesso il risultato di una vasta gamma di variabili relative al soggetto e a tutto ciò che gli ruota intorno (contesto socio-ambientale, famiglia, scuola…). Dunque, ci troviamo di fronte a vari tipi di difficoltà che spesso possono intrecciarsi fra loro rendendo più complesso risalire alla causa iniziale e separare le manifestazioni del problema stesso.

Nella maggior parte dei casi solo una valutazione specialistica multidisciplinare può permetterci di capire le cause delle difficoltà manifestate da un bambino. Quando queste ultime vengono individuate è importante procedere con il recupero delle competenze scolastiche, attraverso un piano di azione multidimensionale, creato appositamente per quel bambino, per il contesto in cui vive e che lo coinvolga andando a lavorare sulla sua motivazione. Rientrano in questo ambito di intervento gli strumenti che sorreggono il nostro lavoro: le facilitazioni, le nuove metodologie didattiche, gli strumenti e le tecnologie più recenti, ma anche le schede per le esercitazioni, quelle di guida al compito, l’adattamento dei libri di testo e una serie di giochi didattici che favoriscono l’instaurarsi di un’interazione e di una collaborazione attiva tra il soggetto e lo psicologo. I materiali che danno i risultati migliori sono quelli proposti e costruiti dal soggetto stesso, cosicché la seduta di trattamento diventa un vero e proprio laboratorio creativo in cui psicologo e ragazzo collaborano insieme per elaborare le strategie e pianificare l’intervento.